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RM 4.05

"— Il treno per Aquila? — domando —Ettore Boni al primo ferroviere che vide fermo sul marciapiede, sotto la vasta tettoia di cristallo affumicata e fragorosa.
— In fondo! — gli fu risposto.
Il cortese funzionario, piu autorevole nel suo laconismo che nella sua divisa di panno regolamentare, gli aveva dato le piu chiare indicazioni; fu per la propria inesperienza che il viaggiatore non trovo il treno li per li, e ando errando un bel pezzo confuso tra un monte di merci, di carretti e di bagagli, tra una folla di altri viaggiatori frettolosi che affluivano da tutte le porte, tra lunghe file di carrozzoni fermi e vuoti, allineati come casette d’un villaggio fantastico nella semioscurita della tettoia, tra due locomotive che manovravano in senso opposto e parevano sul punto di cozzare, sfolgorando dagli enormi occhi rossi, ansimando e fischiando breve, fra un gran strepito d’assi, di catene e di ruote."

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